“Se un uomo delle SS dovesse prendermi a calci fino alla morte io alzerei ancora gli occhi a guardarlo in viso, e mi chiederei, con un'esperessione di sbalordimento misto a paura, e per puro interesse nei confronti dell'umanità: Mio Dio, ragazzo, che cosa mai ti è capitato nella vita di tanto terribile da spingerti a simili azioni? Quando qualcuno mi rivolge parole di odio – e questo, in ogni caso, non succede spesso – non provo mai la tentazione di rispondere con l'odio, ma sprofondo improvvisamente nell'altro, in una sorta di disorientamento doloroso e al contempo interrogativo, e mi chiedo perché l'altro sia così, dimenticando me stessa.”
― Etty Hillesum, Diario 1941-1943
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INTRECCI
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