PERCORSO DI INTERVISIONE
EDIZIONE AUTUNNO 2022 in presenza o online
EDIZIONE AUTUNNO 2022 in presenza o online
Gli esseri umani post-moderni devono dunque essere capaci (…)
di maneggiare la propria esperienza allo stesso modo
in cui il bambino gioca col caleidoscopio
Z. Bauman
Per perfezionare l’iscrizione scrivere a [email protected]
Per iscrizioni entro il 30 settembre, la quota di partecipazione è ridotta.
Per iscrizioni entro il 30 settembre, la quota di partecipazione è ridotta.
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con il patrocinio di
Premessa
Nell’attuale cultura formativa professionale, oltre all’apprendimento di performance tecniche, vi è uno spiccato orientamento al recupero e allo sviluppo di competenze di tipo relazionale ed emozionale: è necessario ripartire dalla complessità umana, sociale e culturale come dimensione comunicativa ed espressiva nei rapporti tra gli individui.
In particolare nel settore del diritto di famiglia e/o minorile, nelle sue varie declinazioni, il lavoro del professionista non consiste in una mera attività intellettuale, a rischio di trattare le persone come oggetti, ma deve tenere conto di essere un incontro tra “soggetti”, ognuno con proprie, specifiche responsabilità.
Perché vi sia una crescita professionale ampia, non solo tecnica, è necessario che il professionista continui a riflettere e a cercare percorsi di miglioramento su più fronti:
· uno studio teorico costante e possibilmente trasversale, che possa valicare i confini della tecnica professionale per tendere ad essere un’ampia cultura personale, da poter tradurre in pratica e mestiere, per fondare la propria unica e irripetibile esperienza;
· attenzione al confine tra “maschera professionale” (il ruolo dettato dalla scelta lavorativa) e “persona”: nelle professioni di “contatto” con le persone, non esiste una distinzione netta tra le due dimensioni. Il momento dell’attività con i clienti/utenti/pazienti vive di un intreccio di strumenti di lavoro: le conoscenze teoriche acquisite, le competenze relazionali, le competenze espressive, e così via;
· la ricerca della propria “voce”, del proprio stile, il superamento della mera tecnica verso le possibilità creative personali, una volta interiorizzati e “incarnati” i passaggi operativi. É il momento in cui “si compra un vestito di sartoria, tagliato su misura”, il ruolo si avvicina alla persona, la maschera coincide con il volto, gli obiettivi diventano più chiari e personali e gli interventi più maturi ed efficaci. È un percorso importante, di cui è utile avere consapevolezza;
· il confronto inter-disciplinare e inter-professionale, lo sguardo da altre prospettive, per mantenere un orizzonte di possibilità di intervento ampio e versatile, con la consapevolezza del confine e del limite della propria attività e con l’acquisizione che gli interventi più efficaci nascono dalla collaborazione e dalla reciproca attivazione in qualità di risorsa;
· costante allenamento alla flessibilità, dove le storie di vita incontrate e da incontrare cambiano continuamente e richiedono una capacità di adattamento (improvvisazione) pronta;
· prevenzione del burn-out: imparare a delimitare e “presidiare” i confini di rispetto personale, emotivo e a gestire le proprie risorse, per non trovarsi ad operare “in apnea”, fino ad odiare il proprio lavoro, salvaguardando benessere ed equilibrio, nella ricerca della “giusta” distanza e profondità della relazione con le tutti gli altri soggetti del contesto.
In particolare nel settore del diritto di famiglia e/o minorile, nelle sue varie declinazioni, il lavoro del professionista non consiste in una mera attività intellettuale, a rischio di trattare le persone come oggetti, ma deve tenere conto di essere un incontro tra “soggetti”, ognuno con proprie, specifiche responsabilità.
Perché vi sia una crescita professionale ampia, non solo tecnica, è necessario che il professionista continui a riflettere e a cercare percorsi di miglioramento su più fronti:
· uno studio teorico costante e possibilmente trasversale, che possa valicare i confini della tecnica professionale per tendere ad essere un’ampia cultura personale, da poter tradurre in pratica e mestiere, per fondare la propria unica e irripetibile esperienza;
· attenzione al confine tra “maschera professionale” (il ruolo dettato dalla scelta lavorativa) e “persona”: nelle professioni di “contatto” con le persone, non esiste una distinzione netta tra le due dimensioni. Il momento dell’attività con i clienti/utenti/pazienti vive di un intreccio di strumenti di lavoro: le conoscenze teoriche acquisite, le competenze relazionali, le competenze espressive, e così via;
· la ricerca della propria “voce”, del proprio stile, il superamento della mera tecnica verso le possibilità creative personali, una volta interiorizzati e “incarnati” i passaggi operativi. É il momento in cui “si compra un vestito di sartoria, tagliato su misura”, il ruolo si avvicina alla persona, la maschera coincide con il volto, gli obiettivi diventano più chiari e personali e gli interventi più maturi ed efficaci. È un percorso importante, di cui è utile avere consapevolezza;
· il confronto inter-disciplinare e inter-professionale, lo sguardo da altre prospettive, per mantenere un orizzonte di possibilità di intervento ampio e versatile, con la consapevolezza del confine e del limite della propria attività e con l’acquisizione che gli interventi più efficaci nascono dalla collaborazione e dalla reciproca attivazione in qualità di risorsa;
· costante allenamento alla flessibilità, dove le storie di vita incontrate e da incontrare cambiano continuamente e richiedono una capacità di adattamento (improvvisazione) pronta;
· prevenzione del burn-out: imparare a delimitare e “presidiare” i confini di rispetto personale, emotivo e a gestire le proprie risorse, per non trovarsi ad operare “in apnea”, fino ad odiare il proprio lavoro, salvaguardando benessere ed equilibrio, nella ricerca della “giusta” distanza e profondità della relazione con le tutti gli altri soggetti del contesto.
La proposta
L’immagine del caleidoscopio ci sembra raccontare fedelmente lo spirito della proposta di un percorso di intervisione. Intanto per vedere il gioco di colori e forme in movimento si “guarda dentro” un cilindro, si guarda attraverso un piccolo foro, che è un punto di vista, si possono osservare forme, colori diversi, materiali e tagli differenti, e il gioco richiede un costante movimento, alla ricerca di armonia. Tutti i piccoli pezzetti colorati sono fondamentali, tutti pronti ad assumere nuove forme e a creare nuovi disegni e nuove simmetrie, in una struttura d’insieme.
Tenendo presente l’importanza della formazione continua e l’utilità di condividere una cultura del confronto, il gruppo di intervisione è uno spazio di pensiero e parola in cui i professionisti possono confrontarsi alla pari e riflettere insieme sul proprio agire professionale, soprattutto attraverso la presentazione e discussione di ‘casi’ e lo scambio di esperienze, approfondimenti e background differenti.
Le risorse collettive che il gruppo stimola, sono un valido sostegno allo sviluppo delle competenze professionali, alla qualità delle relazioni tra colleghi operanti nello stesso territorio, al miglioramento del lavoro professionale svolto da ognuno nel proprio ambito d’intervento.
Durante gli incontri avviene uno scambio orizzontale e paritario tra tutti i membri, che favorisce anche momenti di auto – formazione, accelerando processi di maturazione, di apprendimento riflessivo, di emulazione e di condivisione: l’incontro tra diverse esperienze, l’eterogeneità (in termini di esperienza, competenza, età, etc.) dei membri del gruppo di intervisione, l’incrocio di saperi esperienziali, la mutualità dell'informazione, la contaminazione delle idee, permettono di sviluppare e potenziare le risorse dei partecipanti, rafforzare le capacità empatiche e l’abilità di cambiare prospettiva per capire l’altro e capirsi nella relazione.
L’immagine del caleidoscopio ci sembra raccontare fedelmente lo spirito della proposta di un percorso di intervisione. Intanto per vedere il gioco di colori e forme in movimento si “guarda dentro” un cilindro, si guarda attraverso un piccolo foro, che è un punto di vista, si possono osservare forme, colori diversi, materiali e tagli differenti, e il gioco richiede un costante movimento, alla ricerca di armonia. Tutti i piccoli pezzetti colorati sono fondamentali, tutti pronti ad assumere nuove forme e a creare nuovi disegni e nuove simmetrie, in una struttura d’insieme.
Tenendo presente l’importanza della formazione continua e l’utilità di condividere una cultura del confronto, il gruppo di intervisione è uno spazio di pensiero e parola in cui i professionisti possono confrontarsi alla pari e riflettere insieme sul proprio agire professionale, soprattutto attraverso la presentazione e discussione di ‘casi’ e lo scambio di esperienze, approfondimenti e background differenti.
Le risorse collettive che il gruppo stimola, sono un valido sostegno allo sviluppo delle competenze professionali, alla qualità delle relazioni tra colleghi operanti nello stesso territorio, al miglioramento del lavoro professionale svolto da ognuno nel proprio ambito d’intervento.
Durante gli incontri avviene uno scambio orizzontale e paritario tra tutti i membri, che favorisce anche momenti di auto – formazione, accelerando processi di maturazione, di apprendimento riflessivo, di emulazione e di condivisione: l’incontro tra diverse esperienze, l’eterogeneità (in termini di esperienza, competenza, età, etc.) dei membri del gruppo di intervisione, l’incrocio di saperi esperienziali, la mutualità dell'informazione, la contaminazione delle idee, permettono di sviluppare e potenziare le risorse dei partecipanti, rafforzare le capacità empatiche e l’abilità di cambiare prospettiva per capire l’altro e capirsi nella relazione.
Gli obiettivi
- sperimentare uno strumento qualificato di co-formazione continua per migliorare l’esperienza professionale attraverso una riflessione critica sulla propria pratica, sfruttando l’attivazione di un gruppo alla pari
- offrire un’occasione di confronto sulle difficoltà che il ruolo professionale quotidianamente comporta, da un punto di vista sia umano che tecnico
- dare occasione di alleggerimento dai carichi emotivi, attraverso il riconoscimento della comune esperienza
- favorire la ri-definizione della propria pratica con gli altri e attraverso gli altri
- stimolare una maggior consapevolezza del ruolo e sollecitare tensione verso nuove possibilità
- offrire uno spazio ed un tempo per permettere a ciascun professionista di rileggere le proprie scelte sul piano etico-deontologico
- condividere le pratiche migliori, nell’ottica di un’ottimizzazione del sistema e del più ampio contesto delle relazioni interprofessionali
- prevenire il rischio di isolamento, di autoreferenzialità e di alienazione che può cogliere il professionista nella sua attività
- offrire un’occasione per conoscere professionisti del territorio e promuovere la collaborazione
- consentire alle persone di ri-orientarsi, attraverso la condivisione della propria storia professionale e dei propri modelli operativi per ri-generare la prospettiva di lavoro
Programma
Il percorso ha una durata complessiva di 6 ore, è strutturato in 3 incontri, a cadenza mensile della durata 2 ore, dalle 17.30 alle 19.30.
Sono previsti due edizioni del percorso: una prima edizione in presenza ed una seconda edizione online, secondo i seguenti calendari:
Il percorso ha una durata complessiva di 6 ore, è strutturato in 3 incontri, a cadenza mensile della durata 2 ore, dalle 17.30 alle 19.30.
Sono previsti due edizioni del percorso: una prima edizione in presenza ed una seconda edizione online, secondo i seguenti calendari:
Edizione in presenza
c/o Sala ex refettorio del Convento di Pescarenico, piazza fra Cristoforo, Lecco 13 ottobre – 10 novembre – 15 dicembre 2022 |
Edizione online su piattaforma zoom
25 ottobre – 15 novembre – 13 dicembre 2022
Durante il primo incontro si stabilirà insieme il piano di lavoro dei successivi incontri.
Il percorso verrà attivato con un minimo di 8 partecipanti iscritti ad ogni edizione.
La partecipazione è a numero chiuso e il criterio di ammissione sarà per priorità d’iscrizione. Il gruppo sarà composto da massimo 12 partecipanti e da due facilitatori (a superamento del numero chiuso verrà prevista la programmazione di un secondo gruppo di confronto).
Il percorso verrà attivato con un minimo di 8 partecipanti iscritti ad ogni edizione.
La partecipazione è a numero chiuso e il criterio di ammissione sarà per priorità d’iscrizione. Il gruppo sarà composto da massimo 12 partecipanti e da due facilitatori (a superamento del numero chiuso verrà prevista la programmazione di un secondo gruppo di confronto).
I destinatari
Gli incontri di intervisione sono proposti a figure professionali la cui attività è quotidianamente basata sul “contatto” con le persone (helping profession) e che operano nel contesto della famiglia “in separazione” (avvocati, assistenti sociali, psicologi/psicoterapeuti, mediatori familiari, pedagogisti, educatori, magistrati, etc. chiamati alternativamente o congiuntamente a supportare i componenti delle famiglie nelle vicende di "separazione/divorzio)
Gli incontri di intervisione sono proposti a figure professionali la cui attività è quotidianamente basata sul “contatto” con le persone (helping profession) e che operano nel contesto della famiglia “in separazione” (avvocati, assistenti sociali, psicologi/psicoterapeuti, mediatori familiari, pedagogisti, educatori, magistrati, etc. chiamati alternativamente o congiuntamente a supportare i componenti delle famiglie nelle vicende di "separazione/divorzio)
Accreditamenti ed attestati
AIMS ed A.I.Me.F. hanno riconosciuto 6 crediti formativi di aggiornamento professionale.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecco ha accreditato l’evento in presenza, riconoscendo n. 3 crediti formativi in materia non obbligatoria e n. 3 crediti formativi in materia obbligatoria per l’anno 2022.
È in fase di accreditamento presso il CNF l’edizione ON line.
L'Ordine degli Assistenti Sociali della regione Lombardia ha accreditato l'evento ID 47811 con nr. 4 crediti formativi e nr. 2 crediti di natura deontologica o di ordinamento professionale.
Verrà rilasciato un attestato di partecipazione e riconosciuti i crediti formativi, con la partecipazione ad almeno l’80% del monte ore totale.
AIMS ed A.I.Me.F. hanno riconosciuto 6 crediti formativi di aggiornamento professionale.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecco ha accreditato l’evento in presenza, riconoscendo n. 3 crediti formativi in materia non obbligatoria e n. 3 crediti formativi in materia obbligatoria per l’anno 2022.
È in fase di accreditamento presso il CNF l’edizione ON line.
L'Ordine degli Assistenti Sociali della regione Lombardia ha accreditato l'evento ID 47811 con nr. 4 crediti formativi e nr. 2 crediti di natura deontologica o di ordinamento professionale.
Verrà rilasciato un attestato di partecipazione e riconosciuti i crediti formativi, con la partecipazione ad almeno l’80% del monte ore totale.
Costi ed iscrizioni
Il percorso è a numero chiuso.
La quota di partecipazione è pari a € 120,00.
Per iscrizioni entro il 5 ottobre 2022 la quota di partecipazione è pari a € 90,00.
Quota scontata per i soci A.I.Me.F. e AIMS € 90,00
L’importo per la partecipazione al gruppo di intervisione è dovuto per intero anche nel caso in cui l’iscritto non frequentasse in tutto o in parte ovvero decidesse di abbandonare il percorso per qualsivoglia motivo non imputabile a fatto o colpa degli organizzatori. Qualora, a cinque giorni dallo svolgimento dell’evento formativo, il numero degli iscritti risultasse non sufficiente per lo svolgimento dello stesso, l’organizzatore si riserva il diritto di posticipare la data dandone comunque preavviso agli iscritti e offrendo agli stessi la possibilità di scegliere di chiedere il rimborso della quota versata.
Qualora l’evento formativo dovesse essere soppresso, dandone preavviso almeno 5 (cinque) giorni prima della data prevista, sarà possibile per gli iscritti scegliere di chiedere il rimborso della quota versata o di utilizzare tale quota per la partecipazione ad altre offerte formative.
Per perfezionare l’iscrizione scrivere a [email protected]
Il percorso è a numero chiuso.
La quota di partecipazione è pari a € 120,00.
Per iscrizioni entro il 5 ottobre 2022 la quota di partecipazione è pari a € 90,00.
Quota scontata per i soci A.I.Me.F. e AIMS € 90,00
L’importo per la partecipazione al gruppo di intervisione è dovuto per intero anche nel caso in cui l’iscritto non frequentasse in tutto o in parte ovvero decidesse di abbandonare il percorso per qualsivoglia motivo non imputabile a fatto o colpa degli organizzatori. Qualora, a cinque giorni dallo svolgimento dell’evento formativo, il numero degli iscritti risultasse non sufficiente per lo svolgimento dello stesso, l’organizzatore si riserva il diritto di posticipare la data dandone comunque preavviso agli iscritti e offrendo agli stessi la possibilità di scegliere di chiedere il rimborso della quota versata.
Qualora l’evento formativo dovesse essere soppresso, dandone preavviso almeno 5 (cinque) giorni prima della data prevista, sarà possibile per gli iscritti scegliere di chiedere il rimborso della quota versata o di utilizzare tale quota per la partecipazione ad altre offerte formative.
Per perfezionare l’iscrizione scrivere a [email protected]
I formatori
Gli incontri di intervisione saranno facilitati da Micol Gillini, Paola Martinelli e Luigi Maniglia.
I facilitatori non avranno nessuna funzione di supervisione.
Il comitato di senso
Elena Barra (Avvocato Foro di Lecco)
Franca Bertaggia (Psicologo, Psicoterapeuta e Coordinatrice Servizio Tutela Minori Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera)
Micol Gillini (psicopedagogista e mediatrice familiare AIMS, coordinatrice genitoriale)
Luigi Maniglia (Mediatore familiare, attore, scrittore, formatore)
Paola Martinelli (Mediatrice familiare Supervisore A.I.Me.F., coordinatrice genitoriale e formatore AIF)
Cristiano Mauri (Sacerdote e Counselor)
Marzia Patrignani (Avvocato Foro di Lecco)
Gli incontri di intervisione saranno facilitati da Micol Gillini, Paola Martinelli e Luigi Maniglia.
I facilitatori non avranno nessuna funzione di supervisione.
Il comitato di senso
Elena Barra (Avvocato Foro di Lecco)
Franca Bertaggia (Psicologo, Psicoterapeuta e Coordinatrice Servizio Tutela Minori Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera)
Micol Gillini (psicopedagogista e mediatrice familiare AIMS, coordinatrice genitoriale)
Luigi Maniglia (Mediatore familiare, attore, scrittore, formatore)
Paola Martinelli (Mediatrice familiare Supervisore A.I.Me.F., coordinatrice genitoriale e formatore AIF)
Cristiano Mauri (Sacerdote e Counselor)
Marzia Patrignani (Avvocato Foro di Lecco)
La metodologia
Edgar Dale, pedagogista americano, constatò che la nostra memoria è profondamente influenzata dalle esperienze: più queste sono nuove, particolari e cariche di emozioni e più le ricorderemo con facilità. Dalle sue analisi emerse il famoso “cono dell’apprendimento”: condividendo quanto Dale osserva (che l’apprendimento passivo - in termini di lettura, ascolto di registrazioni audio, lezioni in aula, visione di video, ecc., determina, in genere, le più basse percentuali di memorizzazione e che un apprendimento attivo - mettersi in azione, mettere in pratica, simulare un’esperienza, fare la cosa reale, coinvolgere tutti i nostri sensi nel processo di apprendimento - determina un’alta percentuale di memorizzazione), il percorso formativo proposto, gestito in co-conduzione, prevede una forma di apprendimento attivo, facilita la condivisione di esperienze e l'espressione di idee, dubbi e problemi, creando occasioni di crescita e cambiamento.
La metodologia utilizzata inverte l’ordine dei fattori di un processo “classico” di formazione: anziché parlare di teoria per poi applicare i concetti nella pratica, si parte dall’esperienza per costruire insieme la teoria. Dentro un processo di apertura, di interazione e di ricerca evolutiva l’apprendimento esperienziale consente di osservarsi mentre si è all’opera, di associare curiosità in questo guardarsi in action, di riflettere autonomamente su ciò che si è realizzato o su quello che si sarebbe potuto realizzare, piuttosto che apprendere pedissequamente ciò che sarebbe giusto fare (come spesso accade nelle classiche lezioni frontali).
L’intervisione offre la possibilità di ampliare lo sguardo su modelli e paradigmi teorici di riferimento differenti, consente alle persone di dialogare, contaminarsi e acquisire conoscenze e competenze integrate, professionalizzanti e complementari, per migliorare insieme e integrare la propria professionalità.
Il contesto formativo è peer to peer, interattivo, riservato, accogliente, non giudicante, creativo collaborativo, generativo di competenze, attraverso lo scambio reciproco, l’integrazione e l’interazione professionale; le competenze di tutti sono al servizio di tutti: i professionisti, ciascuno esperto di alcuni ambiti e meno esperto di altri, osmoticamente interagiscono tra loro, riflettendo intorno alle prassi, ai metodi e alle tecniche impiegate, supportandosi reciprocamente nel miglioramento delle proprie competenze e della pratica professionale, producendo cultura, innovazione e lavoro di rete. L’intervisione può essere pensata come attività di formazione sul campo, in quanto attività di apprendimento che si sviluppa attraverso la interazione con un gruppo di pari, per lo più multiprofessionale e multidisciplinare, organizzata all’interno del contesto lavorativo con la finalità della promozione del benessere sul luogo di lavoro, del miglioramento continuo delle competenze professionali non solo tecniche ma anche trasversali (soft skills). Al fine di facilitare il lavoro in gruppo, lo scambio e la circolarità di pensieri verranno proposte attivazioni ed attività interattive (giochi di ruolo, attivazioni attraverso le tecniche teatrali – in particolare quelle prese dal teatro dell’oppresso, su cui stiamo focalizzando il nostro interesse di ricerca e studio in questo momento, role playing, ecc.) destinate a rinforzare nelle persone coinvolte le loro potenzialità, capacità, competenze. La particolare metodologia del percorso proposto, che si basa su una collaudata forma di apprendimento esperienziale, richiede che il lavoro venga svolto in piccolo gruppo di partecipanti.
Al termine del percorso formativo sarà somministrato ai partecipanti un questionario di gradimento.
L’esperienza di intervisione oltre ad essere un efficace strumento di aiuto direttamente spendibile nella pratica professionale,
risponde all’obbligo deontologico della formazione ed aggiornamento continuo.
Edgar Dale, pedagogista americano, constatò che la nostra memoria è profondamente influenzata dalle esperienze: più queste sono nuove, particolari e cariche di emozioni e più le ricorderemo con facilità. Dalle sue analisi emerse il famoso “cono dell’apprendimento”: condividendo quanto Dale osserva (che l’apprendimento passivo - in termini di lettura, ascolto di registrazioni audio, lezioni in aula, visione di video, ecc., determina, in genere, le più basse percentuali di memorizzazione e che un apprendimento attivo - mettersi in azione, mettere in pratica, simulare un’esperienza, fare la cosa reale, coinvolgere tutti i nostri sensi nel processo di apprendimento - determina un’alta percentuale di memorizzazione), il percorso formativo proposto, gestito in co-conduzione, prevede una forma di apprendimento attivo, facilita la condivisione di esperienze e l'espressione di idee, dubbi e problemi, creando occasioni di crescita e cambiamento.
La metodologia utilizzata inverte l’ordine dei fattori di un processo “classico” di formazione: anziché parlare di teoria per poi applicare i concetti nella pratica, si parte dall’esperienza per costruire insieme la teoria. Dentro un processo di apertura, di interazione e di ricerca evolutiva l’apprendimento esperienziale consente di osservarsi mentre si è all’opera, di associare curiosità in questo guardarsi in action, di riflettere autonomamente su ciò che si è realizzato o su quello che si sarebbe potuto realizzare, piuttosto che apprendere pedissequamente ciò che sarebbe giusto fare (come spesso accade nelle classiche lezioni frontali).
L’intervisione offre la possibilità di ampliare lo sguardo su modelli e paradigmi teorici di riferimento differenti, consente alle persone di dialogare, contaminarsi e acquisire conoscenze e competenze integrate, professionalizzanti e complementari, per migliorare insieme e integrare la propria professionalità.
Il contesto formativo è peer to peer, interattivo, riservato, accogliente, non giudicante, creativo collaborativo, generativo di competenze, attraverso lo scambio reciproco, l’integrazione e l’interazione professionale; le competenze di tutti sono al servizio di tutti: i professionisti, ciascuno esperto di alcuni ambiti e meno esperto di altri, osmoticamente interagiscono tra loro, riflettendo intorno alle prassi, ai metodi e alle tecniche impiegate, supportandosi reciprocamente nel miglioramento delle proprie competenze e della pratica professionale, producendo cultura, innovazione e lavoro di rete. L’intervisione può essere pensata come attività di formazione sul campo, in quanto attività di apprendimento che si sviluppa attraverso la interazione con un gruppo di pari, per lo più multiprofessionale e multidisciplinare, organizzata all’interno del contesto lavorativo con la finalità della promozione del benessere sul luogo di lavoro, del miglioramento continuo delle competenze professionali non solo tecniche ma anche trasversali (soft skills). Al fine di facilitare il lavoro in gruppo, lo scambio e la circolarità di pensieri verranno proposte attivazioni ed attività interattive (giochi di ruolo, attivazioni attraverso le tecniche teatrali – in particolare quelle prese dal teatro dell’oppresso, su cui stiamo focalizzando il nostro interesse di ricerca e studio in questo momento, role playing, ecc.) destinate a rinforzare nelle persone coinvolte le loro potenzialità, capacità, competenze. La particolare metodologia del percorso proposto, che si basa su una collaudata forma di apprendimento esperienziale, richiede che il lavoro venga svolto in piccolo gruppo di partecipanti.
Al termine del percorso formativo sarà somministrato ai partecipanti un questionario di gradimento.
L’esperienza di intervisione oltre ad essere un efficace strumento di aiuto direttamente spendibile nella pratica professionale,
risponde all’obbligo deontologico della formazione ed aggiornamento continuo.